[ POLVERE DI PANE
Tanto tempo fa, in un piccolo paese inglese, abitava una famiglia talmente misera che non aveva nemmeno i piatti in cui mangiare. Il padre aveva perso entrambe le gambe in guerra e la moglie, nel dare alla luce l’unica figlia femmina, si era ammalata gravemente e passava tutta la giornata sdraiata su un giaciglio di paglia poiché non possedevano nemmeno un letto su cui dormire…Così quando la figlia compì sedici anni, pregò i genitori di lasciarla partire. Desiderava andare a Londra per cercare un lavoro.
La salute di entrambi i genitori era peggiorata e la madre stava lentamente spegnendosi fra il freddo e la fame. Il padre era disperato e così diede il consenso per quel viaggio. Marito e moglie affidarono al cielo la loro unica figlia, amata e adorata sopra ogni cosa al mondo. Essi conoscevano i pericoli della città ma fidavano sul buonsenso e la prudenza della giovane che poche ore dopo arrivò a Londra.
Essa rimase a bocca aperta davanti a quell’elegante città, piena di carrozze, di signore raffinate che passeggiavano con lunghe vesti e piumati e frivoli cappellini, di edifici imponenti. Passando davanti un negozio che vendeva pane e dolci, lesse un cartello attaccato alla vetrina che diceva: “ Cercasi sguattera.”
La giovane fanciulla vestiva di stracci, con ai piedi zoccoli di legno e un mantello di lana grezza, liso e stracciato. Per un attimo si guardò addosso, vergognandosi della sua miseria, non sapendo che i suoi capelli avevano i riflessi del sole e gli occhi erano più azzurri dei fiordalisi. Ma ella non conosceva la vanità né l’orgoglio o la superbia. La vita le aveva dato solo freddo e fame ma anche l’amore incondizionato dei genitori.
Quindi si fece forza ed entrò facendo suonare il campanello posto sopra la porta a vetri della bottega. Si ritrovò davanti un lunghissimo bancone di legno e all’interno, esposti in bellavista, dolci, torte, biscotti e tanti panini profumati. Cannella, vaniglia e cioccolato aleggiavano nell’aria e la povera ragazza quasi svenne dalla fame. Non ricordava più da quanto tempo non mangiava.
Un buffo signore rubicondo, con un strano cappello e un pancione nascosto dietro un grembiule immacolato uscì dal retro bottega. Si stava asciugando le mani, e si fermò alla vista della ragazza che fissava strabiliata e con gli occhi fuori dalle orbite, quel paradiso di dolci.
“Desidera?” Chiese gentile. Aveva notato i vestiti stracciati della ragazza e la sua aria affamata.
La poveretta deglutì varie volte e con voce gracchiante rispose timida: Ho letto il cartello fuori e cerco un lavoro. Sono appena arrivata dal paese.”
Il Pasticcere, sfregandosi il grasso mento chiese:” Hai referenze?”
“No…ma sono pronta a far tutto. I miei genitori sono malati e a casa hanno bisogno…” rispose sincera la ragazza. Ora parlava male dall’acquolina in bocca che le era venuto. Aveva appena adocchiato una torre di cioccolatini con sopra le no...
Read the whole post...
Last comments